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domenica 27 novembre 2011

Test Drive 2 - Straffic Steeel 20" alias Dahon Impulse

La Straffic Steeel 20" rimessa a nuovo - Foto by S.C.

L'ingombro della Straffic Steeel 20" da piegata - Foto by S.C.

Alla ricerca di una pieghevole che mi si addica - pare facile - e dopo il buco nell'acqua fatto con la Atala 16", mi è stato offerto dal mio mentore niente meno che un giro di prova sulla prima Dahon della mia vita. Le Dahon sono le regine delle pieghevoli, a sentire chi se ne intende, e morivo dalla curiosità di cavalcarne una.

Il risultato è documentato da un paio di mie riflessioni ex post, tanto soggettive che lasciano il tempo che trovano, ma per chi voglia informazioni serie sul mezzo ho inserito un estratto del bell'articolo che sempre il mio mentore ha pubblicato qualche giorno fa all'interno di un forum specialistico (a cui rimanda il link a fine pagina).

Prima di lasciarvi alla lettura dell'articolo, premetto le suddette dotte considerazioni.

PRO: La bici è abbastanza stabile alla guida, risponde con precisione ai comandi senza sbandare e si riesce perfino ad alzarsi sui pedali, cosa che credevo fosse impossibile su bici poco più che tascabili. Da piegata poi forma un blocco unico, grazie a due calamite; a quel punto si può spingere comodamente come un carrellino, soluzione geniale oltre che obbligata, almeno per me che non assomiglio a Schwarzenegger.

CONTRO: Anche su questa pieghevole mi sento come un pappagallo su un trespolo molleggiato: dopo aver pedalato per migliaia di chilometri col torso decisamente piegato in avanti - secoli fa, sulle bici da corsa e, da un paio d'anni, sulla mia adorata mountain bike Specialized, con cui faccio un unico corpo ormai - la posizione verticale e la flessibilità del telaio sono pietanze esotiche dal sapore strano, che non riesco a non definire sgradevole solo per rispetto della buona educazione.

Ma forse è solo mancanza di abitudine. Addirittura il mio mentore mi ha allarmata mettendomi ripetutamente in guardia dalla tendenza di pieghevoli tipo questa a dare forte dipendenza. Che le bici diano dipendenza in soggetti deboli e predisposti tipo me [inguaribili romantici, spiriti liberi, anticonformisti e amanti del vento in faccia], l'ho già appurato da tempo. La domanda è: riuscirà una piccola pieghevole a mettere fine al lungo e felice idillio tra me e la mia mountain bike?

Alla ricerca di una pieghevole che mi si addica, davanti a questa mi sento di dire: fuochino.



Straffic Steel 20'' - La dignità della sostanza
di sileno.sc
(novembre 2011)

La bici oggetto di questa presentazione/prova non è più disponibile in nessun catalogo ormai da anni, ma credo che quanto segue potrebbe risultare utile a chi intendesse prendere in considerazione l'acquisto di una bici pieghevole usata dalle analoghe caratteristiche.

Si tratta di una Straffic Steel 20” prodotta probabilmente nel 2003, che risulta essere a tutti gli effetti una Dahon Impulse di quel periodo, però rimarcata. Probabilmente il produttore del telaio (di Macau, “Cina”), che riforniva ufficialmente la Dahon, ha venduto i suoi materiali anche ad altri “allestitori”, magari dopo aver portato a termine l'ordine di fornitura per la blasonata casa “Americana”... Ma è difficilissimo sapere quali sono gli “intrecci” industriali fra produttori internazionali.

Comunque sia, per allestimento e qualità costruttiva, questa bici, si poneva come una medio/bassa gamma nel mercato delle bici pieghevoli, progettata per far fronte a spostamenti di intermodalità quotidiana, che potevano però anche includere pedalate di un certo impegno.

La bici piegata ha un ingombro non minimale e un peso non piuma (siamo sui 15 Kg tutto incluso), che scoraggiano il trasporto a mano per lunghi tratti a piedi. Ma è possibile spingere la bici piegata come fosse un carrello, usando il sellino (tutto esteso) come maniglia e facendola poggiare solo sulle ruote, parallele tra loro.
La componentistica originale era veramente spartana e troppo arrugginita per poter essere recuperata completamente. La bici, dopo un ripristino/restauro TOTALE (verniciature a parte), è molto piacevole da guidare.

L'assetto e la postura di guida possono far storcere il naso a chi viene da bici “sportive” in quanto qui sono spiccatamente verticali, ideali per sgattaiolare tra gli ingorghi cittadini e anche dopo svariati Km di pedalata continua (anche più di 20) non si avvertono in generalmente fastidi. Le lunghe percorrenze (dai 30 Km in su), invece, a causa della forma del manubrio (quasi dritto e dall'inclinazione non regolabile) e della postura “verticaleggiante”, cominciano a farsi spiacevolmente sentire su polsi e fondo schiena.

Le caratteristiche del telaio e la grandezza delle ruote (da 20 pollici) sono, comunque, i punti forti della bici, che risulta molto stabile, reattiva e confortevole, anche su terreni dissestati (non troppo però!). E la situazione potrebbe anche migliorare adottando delle coperture dalle dimensioni più generose. Già così sembra comunque di avere la forcella ammortizzata per quanto il telaio riesce ad assorbire le asperità del terreno. Il risvolto della medaglia è costituito da sensibili torsioni laterali che non invogliano a tentare scatti in piedi sui pedali, comunque fattibili senza preoccupazioni. Le leve in gioco sono, infatti, notevolmente lunghe e per pedalare efficientemente durante le spinte più forti è consigliabile non imprimere troppa energia sul manubrio ma concentrarsi sulla “pulizia” dell'azione delle gambe.

Per concludere non mi resta che consigliare l'acquisto di una bici del genere nel mercato dell'usato. Non risulta infatti difficile imbattersi in occasioni di svendita di mezzi simili da parte di camperisti e diportisti che rinnovano il proprio "parco bici". Una scelta del genere permetterebbe di risparmiare molti soldi pur avendo a disposizione un mezzo di trasporto veramente affidabile e durevole.

Buone pedalate a tutti,
      Simone :-)


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1 commento:

  1. Io la ho ancora, in perfetto stato... anzi, sto pensando di cambiare il mozzo posteriore con uno con cambio a 3 marce e freno interno :)

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